lunedì 17 ottobre 2011
Scontri a Roma, indignados nel mirino
In decine di città in tutto il mondo questo sabato la gente è scesa in piazza stringendo cartelli e inneggiando slogan contro il sistema finanziario. Roma è stata sotto assedio per tutto il pomeriggio, con scontri tra polizia e black block e con auto incendiate
Nelle città europee, tra cui Berlino e Londra, le manifestazioni sono state in gran parte pacifiche con migliaia di persone che sfilavano tra gli antichi monumenti, raccogliendo consensi di fronte ai simboli del capitalismo come la Banca centrale europea a Francoforte. Altrove l’affluenza è stata più modesta, ma qualche centinaio di persone si sono viste in diverse città tra cui Sydney, Tokyo e Hong Kong. Ci sono state proteste anche a New York e molte altre città degli Stati Uniti e del Canada. Proprio la manifestazione di New York ha lanciato una serie di messaggi – in opposizione al Presidente Obama ma anche con cartelli che lo inneggiavano – contro il nucleare, la corruzione politica e la privatizzazione dell’acqua.
Nonostante la differenza di lingua, di cultura e di dimensioni, le proteste erano unite dal senso di frustrazione per il crescente divario tra ricchi e poveri.
“Non ho alcun problema con il capitalismo. Non ho alcun problema con l’economia di mercato. Ma trovo il modo in cui il sistema finanziario funziona profondamente immorale“, dice uno dei manifestanti più anziani a Berlino. “Non dobbiamo salvare le banche. Dobbiamo salvare il popolo“. Mentre un giovane manifestante dice chiaramente “che qualcosa deve essere fatto“. ”Questo movimento non è unico, ma una rete di gruppi diversi“, ha detto la signora Simke, che tempo fa si oppose alla disuguaglianza dei redditi e che ha a cuore il cambiamento climatico ed è contraria al nucleare: “Sono positivamente molto sorpresa da quanto bene si è riusciti a riunire un gruppo così numeroso.”
Le proteste di oggi sono nate dalle dimostrazioni in Spagna nel maggio scorso, ed è cresciuto anche negli States con il movimento”Occupare Wall Street” che ha avuto inizio il mese scorso a New York. Le manifestazioni globali di questo weekend si sono tenute in concomitanza con la riunione dei ministri delle finanze e i banchieri delle banche centrali del G20 che si sono incontrati oggi a Parigi per discutere dei problemi economici mondiali, compresi i modi per affrontare in Europa la crisi del debito sovrano.
A Londra la folla si è riunita davanti alla Cattedrale di St. Paul. “I banchieri sono i veri saccheggiatori” e “Noi siamo il 99 per cento” si legge nei cartelli e negli striscioni. Un dimostrante, travestito da Gesù Cristo, aveva un cartello che diceva “mandai via gli usurai per una ragione”, riferito ad un episodio della Bibbia. Anche a Londra ci sono stati dei brevi scontri, ma la polizia era presente in massa con decine di furgoni antisommossa, unità cinofile e centinaia di agenti. La manifestazione comunque è stata per lo più pacifica, in un’atmosfera quasi da pic-nic con la gente che andava e tornava dal vicino Starbucks. Il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha fatto la sua comparsa a St. Paul ed è stato accolto da centinaia di fan scatenati, dall’alto della scalinata della chiesa si sente rapito ed ha definito il movimento “il culmine di un sogno“.
A Roma la protesta ha uno spessore e una diffusione che si estende per alcuni chilometri. I black block infiltrati tra gli indignados romani hanno dato fuoco ad alcune auto e si sono scontrati violentemente con la polizia, che ha risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Le proteste sono state aggravate dall’insoddisfazione crescente verso il governo di Silvio Berlusconi – che è miracolosamente sopravvissuto a un voto di fiducia proprio venerdì – colpevole dell’iniquità finanziaria italiana e, per certi versi, globale. ”Siamo sconvolti perché non abbiamo prospettive per il futuro“, dice una giovane dimostrante romana. “Non abbiamo e mai vedremo una pensione. Dovremo lavorare fino alla morte“, dice un altra ragazza.
La manifestazione di oggi a Roma purtroppo verrà ricordata per gli scontri tra polizia e manifestanti – black block, fessi, scemi, criminali… fate voi – non per l’incredibile partecipazione: circa duecentomila persone hanno sfilato pacificamente; un centinaio hanno assalito le forze dell’ordine cercando quella valvola di sfogo alla propria insoddisfacente vita. E purtroppo ci sono riusciti.
Quanto è grande la rabbia che porta in piazza una generazione senza futuro e senza possibilità di crescita, che se anche avesse un mestiere non arriverà mai ad una pensione decente, o ne avrà una ridicola? Tanto grande. Il paradosso è che lo dice anche il presidente della Banca d’Italia e futuro presidente della Bce Mario Draghi – «Hanno ragione […]Siamo arrabbiati noi contro la crisi, figuriamoci loro che hanno venti, trenta anni. Hanno aspettato, aspettano tanto. Per noi non è stato così» – l’uomo che rappresenta il male per gli indignados europei.
Probabilmente oggi come mai prima è giusto scendere in piazza e dimostrare la nostra indignazione verso la politica, l’economia, e la rete globale di affari e affaristi che sta distruggendo il futuro di noi tutti, vecchi e giovani, occupati e disoccupati, in cerca del primo lavoro o disperati per averlo perso in età ormai avanzata. E se vi dicono che i manifestanti sono violenti non credetegli, quelli non manifestano ma vogliono solo distruggere. E continueranno a distruggere anche nel caso in cui le cose cambiassero. No, non sono manifestanti ma dei criminali che prima o poi ci faranno scappare il morto. Speriamo solo che avvenga più tardi possibile.
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