venerdì 4 novembre 2011

Oggi l'operazione al cuore di Cassano


Pato convinto"sara' piu' forte di prima.
I medici convinti che tornera' presto a calpestare i campi di gioco,sarà necessario qualche mese di riabilitazione.

Carminati è considerato fra i massimi esperti internazionali nella chirurgia dei difetti cardiaci interatriali, come appunto il forame ovale pervio che avrebbe causato la lieve ischemia cerebrale al campione barese.



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lunedì 24 ottobre 2011

Simoncelli, morte davanti al padre



Schianto fatale in Malesia:colpito alla testa da Edwards e Rossi.

Sic, come tutti chiamavano Simoncelli, è morto sulla pista di Sepang, al secondo giro del Gran Premio della Malesia. È morto perché ha perso il controllo della moto e il casco, quello vero, invece di salvargli la vita è saltato via.
La scena toglie da subito tutta la speranza. La Honda va fuori controllo all'uscita della curva. Il pilota, disarcionato, rimane attaccato alla moto che anche senza guida resta al centro del circuito e taglia la strada a chi insegue. Colin Edwards lo centra e lo investe, Valentino Rossi gli passa sopra. Nessuno dei due può evitare l'impatto e Simoncelli arriva al centro medico in arresto cardiaco con i segni della ruota sul collo. La gara si ferma, parte la rianimazione: 45 minuti di tentativi inutili, 45 minuti di passione per Paolo Simoncelli, il padre di Marco. Su e giù davanti al box del Team Gresini, la squadra con cui Sic aveva appena rinnovato il contratto, un continuo girovagare in agonia. Quando esce per la prima volta dal centro medico dice: «È messo male» e si capisce che pensa pure peggio, che persino credere all'opzione miracolo è impossibile. La gente che si muove per il paddock lo consola, lui reagisce poco ai gesti di chi incrocia: strette, pacche sulle spalle, pianti. Si ferma e riparte di continuo, con lo sguardo sempre più perso. La sola persona che non abbraccia è Kate, la fidanzata del figlio. Con lei uno scambio di occhiate raggelante: le sfiora un polso e scuote la testa, quando basta per rispedire Kate indietro, stravolta. Lei si mette a piangere contro un muro e lui all'improvviso ha una direzione: la stanza dove ormai c'è solo il corpo del figlio. Quando riemerge dalla verità ha una sola frase da dire tra le lacrime: «Non è giusto». E non c'è niente di sensato in una giornata così.

L'elicottero appena atterrato resta fermo nell'area di emergenza, non c'è bisogno del trasferimento all'ospedale di Kuala Lumpur, un addetto stampa della MotoGp comunica l'ora del decesso ed è una notizia che nessuno aspetta più perché tutti si sono già resi conto che è finita. La corsa si interrompe non appena arriva l'ambulanza senza bisogno di riunioni o riflessioni. Il dramma è evidente e andare avanti sbagliato. Pura logica. Il motomondiale non ripete l'errore commesso solo l'anno scorso, a Misano, quando in Moto2 un incidente ha ucciso il giapponese Shoya Tomizawa e gli altri sono andati dritti, fino al traguardo. In Malesia è impossibile far finta di niente, i piloti hanno gli occhi rossi molto prima dell'annuncio ufficiale. Conoscono il mestiere che fanno e davanti all'immagine in cui il casco salta via sanno anche che il loro collega è morto. Dani Pedrosa, pilota della Honda, commenta: «Ci si dimentica quanto è pericoloso questo sport».

A spiegare cosa è successo ci pensa una macabra moviola e in realtà neanche il rallentatore chiarisce fino in fondo la dinamica dell'impatto. La moto non cerca la via di fuga ed è difficile capire chi dà il colpo mortale e perché il casco si sfili senza che il laccio si rompa. Non si tratta di trovare un responsabile che non esiste, solo di mettere in fila cause e conseguenze. Toccherà all'indagine, aperta automaticamente ieri, trovare delle risposte e delle possibili soluzioni per rendere le piste più sicure. La Honda rilegge la sequenza della curva 11 e spiega così: «Anziché scivolare insieme alla moto verso l'esterno, come sarebbe normale, la gomma ha ritrovato aderenza sulla pista e lo ha proiettato sulla traiettoria dei due piloti che lo seguivano da vicino». Una prima ricostruzione a cui nei prossimi giorni si aggiungeranno centinaia di dettagli. Niente che possa dare a Paolo Simoncelli la giustizia che cercava. La moto non è giusta, è un rischio.


Il Video dello schianto




ADDIO GRANDE CAMPIONE

Fonti Rai
Fonti LASTAMPA
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mercoledì 19 ottobre 2011

E' tornato dopo 11 anni e dopo aver fatto il giro del mondo a piedi


Jean Beliveau, 56 anni, ha attraversato 5 continenti

19 ottobre
Toronto-Jean Béliveau, 56 anni, canadese, ha fatto il giro del mondo a piedi, ed è tornato dopo 11 anni a Montreal, dove ha mostrato ancora un gran desiderio di avventura e di non fermarsi mai. Per questo è stato paragonato a Jack Kerouac. Il viaggio di Béliveau è iniziato dopo il fallimento della sua azienda di neon. La molla è stata una classica crisi di mezza età, la necessità di superare la depressione. Ha attraversato a piedi Usa, Messico, America Latina, Africa, Europa e Asia.

Fonte Ansa
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Champions, bene le italiane


Inter vince sul Lilla 1-0. Napoli pareggia 1-1 col Bayern Monaco
19 ottobre,

Serata positiva per le italiane impegnate in Champions League. L'Inter, sul campo del Lilla, ha vinto 1-0, con gol di Pazzini al 21', in una partita della terza giornata del gruppo B. Nel gruppo A, invece, pareggio casalingo per il Napoli, fermato sull'1-1 dal Bayern Monaco. La rete per i tedeschi e' stata segnata in avvio di gara da Kroos (2'), il pareggio e' arrivato con un autogol di Badstuber (39'). Il portiere azzurro De Santis annulla un rigore al 49'. Domani in campo Milan-Bate Borisov.

Fonte Ansa
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